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  • Immagine del redattoreStaff Studio medico FGFSC

Impronte dentali digitali

Ciao!

Il topic di oggi è l'impronta dentale, sì proprio lei...

Più o meno tutti abbiamo avuto esperienza a farci prendere un'impronta dentale per svariati motivi, dall'apparecchio ortodontico in fascia di età giovanile piuttosto che per una corona o altro... e siamo più o meno tutti d'accordo sul fatto che esistano cose molto più piacevoli...

Ti spiego velocemente come funziona il procedimento per la presa d'impronte in maniera tradizionale...

Tradizionalmente l'impronta dentale si ottiene utilizzando uno dei vari materiali disponibili sul mercato (alginato, polivinilsilossano, polietere etc...) che viene inserito sottoforma di pasta morbida sopra ad un portaimpronte (per arcata inferiore o superiore). Una volta riempito il portaimpronte con il materiale viene calzato in bocca e si attende il tempo richiesto perché il materiale indurisca e crei un calco in negativo dei denti (il tempo varia in base al materiale e alla temperatura per quello delle volte dovrai aspettare di più o di meno). Ottenuta l'impronta e verificato che non siano presenti difetti, si manda in laboratorio dove verrà creato il positivo dell'impronta mediante gesso (generalmente di grado IV) che viene colato all'interno dell'impronta e fatto indurire.

Prendere bene un'impronta non è così facile, poiché oltre al fatto che il materiale sia stato miscelato nella maniera corretta e calzato bene in bocca, si deve anche star attenti nella fase di estrazione del portaimpronta dal cavo orale (che non venga stirato o strappato il materiale) e che il laboratorio venga abbastanza celermente a ritirare l'impronta per colare il gesso (sì esiste una tempistica da rispettare anche per la colatura del gesso, alcuni materiali dopo un po' di tempo subiscono delle modifiche volumetriche che potrebbero inficiare la veridicità dell'impronta).

Oggi, grazie all'ausilio della più moderna tecnologia è possibile, in alcuni casi, abbandonare questo sistema di presa d'impronte e utilizzare dispositivi a scansione ottica digitale (comunemente chiamati Scanner Intraorali).

Questa tipologia di acquisizione dell'impronta dentale è estremamente precisa e può essere completata nel giro di pochi minuti con un disagio minimo per il paziente. La procedura digitale prevede l'inserimento, all'interno del cavo orale del paziente, dello scanner ottico che verrà fatto passare su tessuti molli e duri (gengive, palato e denti). La ripresa mediante lettore ottico viene trasformata in un'immagine tridimensionale e resa ottimale attraverso la pulizia della mesh, ottenendo così un'immagine 3D del cavo orale del paziente, già in positivo, facilitando in questo modo anche il controllo qualità dell'impronta presa e migliorando anche la comunicazione con il laboratorio, velocizzando la procedura e rendendola soggetta a meno rischi di errori o malformazioni.

L'impronta digitale permette, dove rappresenta il gold standard, di ottenere in pochissimi minuti un'ottima scansione della bocca ed eliminando il disagio dato dai materiali da impronte e dai portaimpronte che possono, in alcuni casi, generare nausea.

Infine, grazie all'ausilio dello scanner, l'odontoiatra può spiegare l'eventuale problematica riscontrata nella bocca del paziente sostenendo le proprie parole con l'immagine 3D ottenuta, facendosi così capire meglio dal paziente stesso.

Ad oggi è l'impronta digitale non è ancora il gold standard per tutte le procedure odontoiatriche, vale a dire che per alcuni lavori le paste di cui parlavamo inizialmente sono ancora le migliori.

Questo è il motivo per cui nello studio non verranno prese impronte sempre per via digitale o per via tradizionale ma in base al lavoro che si dovrà fare verrà scelta la tecnica che garantisce il miglior risultato.


Nota storica: lo Scanner intraorale e l'impronta digitale non sono una novità nel termine più assoluto, infatti sono presenti sul mercato da molti anni, il motivo per cui non sono state prese in considerazione fino a poco tempo fa è che non risultavano efficaci se paragonati alle paste utilizzate normalmente.


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